martedì 9 ottobre 2012

Recensione: Oscar e la Dama in Rosa

Sugli Scaffali: Oscar e la dama in Rosa
di Eric - Emmanuel Schmitt



Quando compri un libro sai sempre che ti lascerà qualcosa: che sia delusione, passione, entusiasmo o altro. Ma ci sono libri che ti prendono il cuore e lo portano con sé, lo stringono in un morsa e commuoversi non è per niente difficile. 
Quando ho comprato questo libro sotto suggerimento di un mio buon amico sapevo che sarebbe stata una lettura di quelle che mi avrebbero segnato. 


Autore: Eric - Emmanuel Schmitt
Prezzo: 6,50 €
Pubblicazione: 2004
Pagine: 90
Editore: BUR Biblioteca Universale Rizzoli


Oscar e la Dama in Rosa è un volumetto piccolissimo, di quelli che nascondono in un centinaio di pagine una storia che ti abbraccerà l'anima e il cuore. E' una storia che non ha un lieto fine, ma porta con sé una grande eredità quella di un bambino, Oscar, di dieci anni, malato di leucemia, che non crede in Dio perchèé i suoi genitori non gli hanno insegnato a farlo ma che impara a confidarsi con lui grazie al suggerimento di una gentilissima Dama in Rosa. Oscar è in fase terminale e comprende il suo stato dimostrando una grande intelligenza ma non può parlarne con nessuno poiché i grandi per dispiacere e paura fanno finta che vada tutto bene. Solo l'anziana Nonna Rosa, un'infermiera dell'ospedale in cui è ricoverato il piccolo, intuisce la sua voglia di risposte. Nonna Rosa legge insieme ad Oscar leggende e incontri di lotta libera femminile, propone al piccolo di vivere dieci anni in un giorno e scrivere a Dio per raccontargli la sua vita e le sue emozioni, raccontando quello che trascorre ogni giorno.. Oscar accetta e immagina di vivere a vent'anni, a trenta, a quaranta e così via. Conosce nuovi sentimenti, perdona e riama i suoi genitori. A centodieci anni, dieci giorni dopo l'inizio del gioco, Oscar si addormenta per l'ultima volta, mentre i suoi genitori sono via con Nonna Rosa, per non farli soffrire a vederlo morire. L'ultima lettera la scrive Nonna Rosa, ed è piena di tristezza e malinconia.
Nonna rosa si accorge che Oscar negli ultimi 11 giorni di vita ha lasciato un biglietto sul comodino: Solo Dio ha il diritto di svegliarmi.
E' una storia che ancora ora che ne rileggo la trama mi fa venire la pelle d'oca. Ricordo ancora quando l'ho finito, non ho vergogna nel dire che piangevo come una bambina.
E' una storia triste, ma allo stesso tempo Oscar sa regalarti un'allegria di cui solo una bambino ne è capace. Vivere la vita di Oscar in dieci giorni è il più sconvolgente dei viaggi, impari a vedere attraverso i suoi occhi come lui si immagina la sua vita.  Impari ad amare come ama un bambino, perché nel suo viaggio Oscar sceglie una compagna, una bambina anche lei malata che è al suo stesso piano e attraverso anche questa piccola esperienza che il bambino cresce di giorno in giorno. Nonna Rosa è poi la nonna amorevole come tutti la immaginiamo, è come un angelo che aiuta Oscar in quel delicato passaggio di quei dieci giorni, gli regala gli ultimi giorni di tranquillità, serenità e amore. Gli regala un Natale che ricorderà per sempre. Gli regala tanti piccoli attimi di vita, infondendogli il coraggio di affrontare gli ultimi attimi della sua vita con serenità come se non fosse la fine di tutto.  E così Oscar non ha più paura di addormentarsi.
Grazie caro Schmitt, perchè hai scritto una storia di Vita, d'amore e nonostante la tristezza che ti avvolge alla fine del libro, sai che Oscar ha vissuto alla fine con serenità tutto ciò. 
Grazie per aver scritto un libro che amerò per il resto della vita.
Non è da cinque stelline ma da sei  anche sette piume! Imperdibile.
baci a presto
a small town girl

2 commenti:

  1. un libro piccolo ma profondo, adatto a chi non fa paura una lacrima sulla guancia...

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  2. Già..anche se no è una sola lacrima. Meglio fare scorta di fazzoletti :)

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