Eccoci qui, ad iniziare questa piccola avventura, spero che alcuni di voi vorranno seguirmi, perché è anche un esperimento per me, postare una serie di articoli sempre di carattere letterario ma che non riguardano un libro in particolare ma il mondo generale della lettura.
Il primo protagonista è "il diritto di non leggere" che potrete esercitare immediatamente se volete, fin da queste prime righe, oppure se vorrete andare avanti nella lettura ricordate gli altri vostri diritti: il diritto di saltare le pagine e il diritto di spizzicare ;) io non ne avrò a male sicuramente...in fondo non fate altro che applicare dei vostri diritti :D.
Il primo protagonista è "il diritto di non leggere" che potrete esercitare immediatamente se volete, fin da queste prime righe, oppure se vorrete andare avanti nella lettura ricordate gli altri vostri diritti: il diritto di saltare le pagine e il diritto di spizzicare ;) io non ne avrò a male sicuramente...in fondo non fate altro che applicare dei vostri diritti :D.
La prima domanda (o forse no?)
da porsi è perché "Il diritto di non leggere" è il primo dei dieci
diritti.
Perché Daniel Pennac ha deciso
di usare il "NON"? Perché evidenziare il diritto di non leggere,
poteva sottolineare il diritto
di leggere, un diritto ampiamente e dolorosamente guadagnato dalla società
civile dato che in passato, purtroppo, anche la letteratura era uno strumento
pericoloso e molto spesso censurato, l'istruzione era per pochi per non creare
delle coscienze civiche e alcuni dei più grandi romanzi sono stati pubblicati a
puntate sui giornali perché ritenuti novelle e romanzetti frivoli, censurati al
primo accenno di anti-nazionalismo e d’istigazione sovversiva.
Invece Pennac sottolinea il
libero arbitrio sulle nostre scelte letterarie, e pensandoci è certamente più
giusto. In passato, non c'era il diritto di non leggere, ciò che era pubblicato
dalla stampa di stato andava letto se non anche imparato a memoria, la scelta
era ristretta e sempre la stessa e allora "Il diritto di non leggere"
è certamente il più adatto a questo ruolo. Esso è di preludio agli altri, Pennac ci permette
addirittura di decidere o no di non leggere i suoi dieci diritti o i suoi
libri, e voi potrete decidere di non leggere questo mio strambo post, o di non
leggerlo tutto, di non leggere un articolo di giornale o una recensione che
urta il vostro animo.
E', in effetti, il primo dei
dieci diritti che ci da una scelta, o meglio ci dice di avere una scelta e
credo che sia forse uno dei più applicati tra i lettori.
Se devo pensare a quanti libri
ho deciso di non leggere, o a volte non ho potuto leggere credo che
diventerebbe un articolo forse troppo lungo.
Accanto alla scelta di non
leggere si cela sempre un motivo, che sia una recensione negativa, o la quarta
di copertina che non ci ispira l'acquisto, a volte è anche la semplice mancanza
di alchimia, non c'è attrazione verso quel romanzo, non desideriamo leggerlo.
Con voi, in questo post vorrei
tirare un po' le somme, tirare fuori dall'armadio gli scheletri (i libri mai
letti) perché non so quante volte mi sono sentita dire "ma perché non
l'hai letto, dicono che sia bellissimo", o peggio "Non capisci
niente, lo devi leggere per forza".
Ma
fortunatamente il "per forza" non esiste nella letteratura, vi è una
libertà di scelta intrinseca nell'arte letteraria stessa che la rende forse uno
dei passatempi più gettonati.
Cosa ci spinge ad acquistare un libro?
Molti
di noi risponderebbero una recensione positiva, un commento di un'amica o di un
familiare, una copertina da urlo, la quarta di copertina più interessante (e
meno rivelatrice del solito), il consiglio del libraio o semplicemente perché è
il "Must have" della letteratura del momento.
Qualunque
sia la nostra risposta, quando non è soddisfatto il parametro di scelta, in
quel momento decidiamo di non leggere quel libro.
Come molti di voi ho anch’io un po' di libri che non ho mai letto al contrario di molte altre persone, per scelta personale e per motivi a volte semplici altre volte più complessi, andando dalla semplice antipatia, alla mancata reazione alchemica che credo si debba generare con un libro fino ad arrivare a ragione dettate dal mio animo decisamente sensibile e incline ai finali un po' da happy ending.
Ecco alcuni dei miei NON LETTI, alcuni dei quali sono anche nella mia libreria:
Primo
NON LETTO di questo articolo è la trilogia di "Cinquanta sfumature"
di E. L. James, fenomeno letterario della scorsa estate che riscuote ancora
oggi tantissimo successo (non starò oggi qui a chiedermi come mai abbia
riscosso tanto successo, non è questo l'argomento di questo articolo) e che è
forse per molti la "mancanza" più incredibile nella mia cultura
contemporanea (credo che sia difficile trovare qualcuno che non abbia letto almeno
il primo romanzo della trilogia).
Ebbene
io non ho letto neanche il primo libro e non me ne dispiaccio o vergogno, è
stata una scelta presa in tutta serenità. Ho anche sinceramente
"spiluccato" un po', leggendo qualche pagina in libreria ma non trovando
nessun motivo per comprarlo, l'alchimia che speravo potesse instaurarsi - uso
il verbo speravo perché quando vedi che tutti lo leggono e ne parlano
positivamente ti viene da chiedersi perché non hai nessuno sprone a comprarlo?
- non ha trovato appiglio e quindi le "Cinquanta sfumature" giacciono
lì, forse aspettando che un giorno io decida di comprarle (che poi io le 50
sfumature di NERO le devo ancora trovare u.u).
Per
ragioni non molto dissimili ho deciso da qualche tempo di non leggere
nient'altro di Moccia, dopo "Tre metri sopra il cielo", sia perché li
trovavo inadeguati alla mia età e anche perché non mi avevano mai ispirato
simpatia.
Mentre al contrario diversi sono i motivi che mi hanno spinto a rifiutare letture più impegnative e indubbiamente meritevoli, ma che per una sensibilità d'animo un po' particolare non hanno mai trovato un sì.
Credo
che questi libri siano le mie più grandi mancanza, e che nonostante io provi a
comprarli o a leggerne qualche pagina finisce sempre con un "nulla di
fatto". "Cime tempestose", "Anna Karenina" e
"Lolita" sono tre classici talmente intramontabili che talvolta mi
piange il cuore a non averli letti, ma poi mi basta leggere la trama per
tornare ad affermare il mio diritto di lettore.
Discorso
non molto diverso per "Camera con vista", la cui lettura giace
incompiuta in un angolo della mia libreria aspettando che un giorno decida di
tornare a stringere quelle pagine.
Per
questi libri, non è tanto una mancata reazione alchemica che sono certa si
scatenerebbe se io concedessi loro una possibilità, ma piuttosto un fermo
rifiuto nel farmi coinvolgere troppo e poi ritrovarmi a piangere per la morte
di uno o dell'altro personaggio (mi affeziono troppo velocemente).
Vorrei poter andare avanti ma credo che questo post raggiungerebbe dimensioni troppo ragguardevoli e voi vi guardereste sicuramente dal continuare, inoltre credo di aver analizzato sufficientemente questo primo punto, rendendomi conto soprattutto di come esso sia praticamente una caratteristica intrinseca di ogni lettore, che può esercitarlo o non può esercitarlo decidendo così di leggere e di esercitare tutti gli altri suoi diritti di lettore.
Daniel
Pennac, quando ha scritto "Come un romanzo" aveva chiaro il suo
intento, come nel libro quindi cerca di ispirare i giovani a questo nobile
passatempo, così con la sua Carta dei diritti del lettore ha dato a tutti la
possibilità di scelta, sperando senza ombra di dubbi di ispirare nei "Non
lettori" un briciolo di curiosità...che ci sia riuscito è tutto da vedere,
che io sia riuscita ad interessarvi è ancora un altro discorso :).
Mi
piacerebbe sapere da voi se c'è qualche libro particolare a cui avete applicato
questo primo diritto e se vorrete condividerlo ne sarò felicissima :),
soprattutto condividete se volete le vostre opinioni su questo primo diritto,
sul mio post e su quanto detto. Senza remore :) alla fine si tratta di semplici
opinioni.
Questa iniziativa tornerà sabato prossimo, con il secondo diritto imperscrutabile del lettore: il diritto di saltare le pagine. E lì ci sarà da divertirsi perché sicuramente qualcuno avrà saltato qualche pezzo di questo soliloquio XD.
Il mio diritto di non leggere è un diritto di sopravvivenza. Vorrei ogni libro o la maggior parte.
RispondiEliminaPer cui con le news o in biblioteca scelgo quanto più vicino a me, una di ni (ma se devo comprare solo una lista di papabili) e gli altri li ignoro. Sennò divento pazza e nonostante ciò sono invasa di libri! Solo alle superiori non li accumulavo!!! Incredibile direi..
I classici non li disdegno ma li leggo un pò a fatica.
Per Moccia, guarda...Non fosse per Scusa se ti chiamo Amore (legato ad un periodo della mia vita) non reggo altro. Ho provato a leggere 3MSC ma dopo 140 pag non ho più retto. Il seguito era l'unica lettura che una mia amica avesse mentre ero in vacanza da lei..Gli altri mi basta la trama per inorridire!
Di libri che mi rifiuto di leggere? Sicuramente Vincent Boys. Dalle recensioni che ho letto è la storia di una baldracchetta di periferia e di porno per adolescenti....Ecco, almeno in questo Cinquanta sfumature, che ho letto e giusto giusto il secondo mi è piaciuto, era molto più evoluto e meno volgare.
Altro odio particolare non so..Forse i libri che vanno di moda ora sugli zombie. Saranno carini ma a me gli zombi innamorati o fulminati fanno strano. Lo zombie è un non morto non senziente che pensa solo a carne cruda!
Però si..E' giusto scegliere di non leggere. Anche se un pò di voglia di cultura e attività cerebrale sarebbe da incoraggiare in un paese come il nostro dove è difficile perfino che qualcuno legga CHI!
Ho fatto valere qualche volta il mio diritto di non leggere. Spesso però anche quando il libro non riusciva a coinvolgermi o, magari diventava troppo pesante, mi sono sempre costretta a finirlo. Per i primi sei libri della tua lista(dei libri non letti) hai fatto assolutamente bene, io li ho letti tutti con un macigno e non vedevo l'ora che finissero; un'assoluta perdita di tempo e non li consiglio a nessuno però forse è giusto che ognuno si faccia un'idea da sé. Sono arrivata a finirli solo perché una mia conoscente li definiva assolutamente fantastici. C'è un libro che non ce l'ho fatta proprio a finirlo: "I pilastri della terra", mi ha annoiata dall'inizio e dopo un centinaio di pagine lo abbandonato, ma chissà forse un giorno tornerò a finirlo; per il momento sta bene lì sulla libreria. Per quanto riguarda gli altri libri, quelli posso piacere e non piacere nell'intreccio ma sono da leggere perché mostrano molto bene la società del tempo.Alcuni libri che evito accuratamente di leggere sono horror e gialli. Mi piace un pò di mistero e azione ma gli horror per me non hanno senso come i film, alla fine ( chiuso il libro) mi ritrovo a pensare "...e beh??Tutto qui??Qual è lo scopo di tutta questa storia??"
RispondiEliminaOltre al diritto di leggere ciò che voglio (ed è grandioso!) anche se molti osservano che sono libri stupidi, brutti, da teenagers, per ragazzini, troppo datati e chi più ne ha più ne metta... io sono orgogliosa di esercitare anche il diritto del NON leggere ciò che non mi va di leggere! Ultimamente ho esercitato questo diritto proprio con le famose "Sfumature" in quanto non sono per niente attratta da quel genere di letteratura che si spinge sull'eortico e sulla descrizione di scene collegate. Assolutamente no. NOn mi interessa sapere particolari del genere. Non fa per me e i libri che mi interessano.
RispondiEliminaBellissima rubrica! Buona settimana!
xoxo
http://pinkvanillalife.blogspot.it/
Sarebbe stupendo se fosse 'il diritto di leggere'. Il diritto di leggere è FONDAMENTALE per la nostra esistenza o ,almeno, per la mia. Trovo altrettanto giusto poter avere il diritto di NON leggere, perché la costrizione non è mai una buona cosa. Trovo giusta la scelta delle letture, per questo accetto il mio diritto di poter NON leggere qualcosa.
RispondiEliminaIo non leggerei MAI gli erotici e gli horror. Gli erotici perchè sono davvero scemate (almeno certi). Gli horror perchè mettono ansia inutile e non ti fanno dormire la notte :')
RispondiEliminaTi faccio dei titoli: 50 sfumature, i libri di King, la trilogia della Cao ecc...
Il diritto di non leggere è una cosa fondamentale, perchè sennò non ci sarebbe il diritto di leggere. Ognuno può leggere cosa vuole, se legge.